Individualismo, economia e salute mentale, 23 febbraio 2018
Venerdì 23 febbraio 2018 ad Alessandria, nell'incontro organizzato dalla Associazione culturale Sin.tonia, Luigi Ferrari, sapientemente introdotto da Cesare Manganelli, ha raccontato dei suoi ultimi studi dedicati a una delle tematiche più urgenti della contemporaneità: l'individualismo nella società attuale, argomento principe del suo monumentale lavoro L'ascesa dell'individualismo economico (di cui nel 2016 è uscita la seconda edizione per Vicolo del Pavone).
Luigi Ferrari, psicologo e psicoterapeuta, formatosi anche in economia, storia e filosofia, ha svolto per circa un ventennio attività clinica e dal 2000 insegna Psicologia economica e del lavoro e Psicologia delle condotte finanziarie presso l’Università di Milano Bicocca. La sua lunga esperienza, attenta a tanti aspetti esistenziali fra loro collegati e forte di una capacità di analisi articolata e complessa, affronta i nuovi e gravi interrogativi del destino collettivo dell’Uomo: i modelli sociali e produttivi odierni, le esigenze vitali più intime poste di fronte alle varie problematiche che scaturiscono dall'individualismo distruttivo, come il silenzio interiore e la perdita della natura più profonda dell'essere umano, con tutte le difficoltà conseguenti sia sulla propria sicurezza identitaria che sulle sue capacità relazionali. Un viaggo ricco di riflessioni e sorprese che attraversa la storia, la letteratura, la filosofia e moltissime altre sfere della conoscenza e dello spirito umano.
Dice lo stesso Ferrari:
«Il tema dell’individualismo è uno dei più importanti per le scienze dell’uomo contemporanee. E non ha solo rilevanza per la psico-sociologia dei gruppi sociali e delle organizzazioni. La questione dell’egemonia dell’individualismo ha riflessi su praticamente ogni settore della vita mentale individuale e collettiva (clinica compresa). Ho ritenuto indispensabile affrontare l’argomento in modo diverso rispetto alla più diffusa forma attuale di avvicinamento al problema. Ciò giustifica la mole del mio volume, che si è imposta proprio per poter trattare il tema allargando la prospettiva fino a comprenderne ogni lato in un’unità esplicativa, appunto, molto ampia. Così ho privilegiato la spiegazione storico-genetica dell’attuale centralità dell’individualismo; il che, a mio avviso, ha consentito di comprendere molti aspetti dell’individualismo contemporaneo che appaiono contraddittori e refrattari ad ogni razionalizzazione. Rintracciare i passaggi storici che hanno costruito l’individualismo contemporaneo nonché i fili sottili che legano strettamente il passato con l’attualità toglie molto di quella sensazione di “arbitrario” che hanno segnalato diversi studiosi che oggi si stanno occupando del tema. Il volume vuole quindi anche essere una proposta di metodo, forse ben estensibile a diversi altri argomenti.
Il libro è stato scritto in dieci anni nella prima versione (in realtà il lavoro indiretto è stato molto più lungo). Questa seconda edizione mi ha, invece, impegnato con un lavoro diretto per circa due anni. È chiaro che un impegno così prolungato (e intenso), ma anche scelto con consapevolezza e in totale autonomia, è stato basilare per la mia formazione intellettuale, oltre a procurarmi un piacere conoscitivo che un lavoro meno impegnativo non mi avrebbe mai potuto offrire. Siamo in un periodo in cui nell’accademia prevale, per diversi motivi, la svalutazione delle grandi imprese editoriali (almeno nelle mie materie…). In questo modo, però, ci si priva delle unità esplicative/editoriali più vaste e più adatte, come in questo caso, ai temi di maggiore complessità. La scrittura di questo volume è perciò stata da me vissuta anche come il “dovere” (e la soddisfazione di averlo assolto) di riprendere un percorso troppo precipitosamente e acriticamente chiuso.
Le difficoltà sono state molte e, in gran parte, legate alla grande varietà degli approcci disciplinari e concettuali irrinunciabili e alla massa di letteratura da consultare. La seconda edizione ampliata si è resa necessaria proprio per la constatazione che, nonostante tutto, un percorso di crescita, indispensabile per i miei obiettivi, non era affatto finito. “Ricominciare” con la seconda edizione è stato dunque difficile, ma anche di grande soddisfazione per la presa d’atto, non scontata, che avevo ancora diverse cose da dire. Naturalmente a questo si aggiungono tutti gli altri motivi di soddisfazione poco sopra elencati.»
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