Luigi Ferrari, psicologo e psicoterapeuta, dal 2000 è docente di psicologia economica e del lavoro e psicologia delle condotte finanziarie presso l'Università di Milano-Bicocca. Ha svolto attività clinica per circa un ventennio, occupandosi, oltre che di economia, di psicologia delle organizzazioni e dei riflessi sulla società e la soggettività. Tra le sue pubblicazioni: Mente e denaro, introduzione alla psicologia economica (1999), La rappresentazione artistica e psicologica del denaro nella storia (2002), Alle fonti del kafkiano. Lavoro e individualismo in Franz Kafka (2014); è fra i curatori del volume Donne e uomini nel mercato del lavoro atipico. La dimensione psicologica e di genere del lavoro precario e flessibile (2006). Il suo studio L'ascesa dell'individualismo economico (2010) è stato riedito nel 2016, corretto e ampliato con nuovi argomenti.
A proposito del suo ultimo lavoro, dice l'autore: « Il tema dell’individualismo è uno dei più importanti per le scienze dell’uomo contemporanee. E non ha solo rilevanza per la psico-sociologia dei gruppi sociali e delle organizzazioni. La questione dell’egemonia dell’individualismo ha riflessi su praticamente ogni settore della vita mentale individuale e collettiva (clinica compresa). Ho ritenuto indispensabile affrontare l’argomento in modo diverso rispetto alla più diffusa forma attuale di avvicinamento al problema. Ciò giustifica la mole del mio volume, che si è imposta proprio per poter trattare il tema allargando la prospettiva fino a comprenderne ogni lato in un’unità esplicativa, appunto, molto ampia. Così ho privilegiato la spiegazione storico-genetica dell’attuale centralità dell’individualismo; il che, a mio avviso, ha consentito di comprendere molti aspetti dell’individualismo contemporaneo che appaiono contraddittori e refrattari ad ogni razionalizzazione. Rintracciare i passaggi storici che hanno costruito l’individualismo contemporaneo nonché i fili sottili che legano strettamente il passato con l’attualità toglie molto di quella sensazione di “arbitrario” che hanno segnalato diversi studiosi che oggi si stanno occupando del tema. Il volume vuole quindi anche essere una proposta di metodo, forse ben estensibile a diversi altri argomenti. Il libro è stato scritto in dieci anni nella prima versione (in realtà il lavoro indiretto è stato molto più lungo). Questa seconda edizione mi ha, invece, impegnato con un lavoro diretto per circa due anni. È chiaro che un impegno così prolungato (e intenso), ma anche scelto con consapevolezza e in totale autonomia, è stato basilare per la mia formazione intellettuale, oltre a procurarmi un piacere conoscitivo che un lavoro meno impegnativo non mi avrebbe mai potuto offrire. Siamo in un periodo in cui nell’accademia prevale, per diversi motivi, la svalutazione delle grandi imprese editoriali (almeno nelle mie materie…). In questo modo, però, ci si priva delle unità esplicative/editoriali più vaste e più adatte, come in questo caso, ai temi di maggiore complessità. La scrittura di questo volume è perciò stata da me vissuta anche come il “dovere” (e la soddisfazione di averlo assolto) di riprendere un percorso troppo precipitosamente e acriticamente chiuso. Le difficoltà sono state molte e, in gran parte, legate alla grande varietà degli approcci disciplinari e concettuali irrinunciabili e alla massa di letteratura da consultare. La seconda edizione ampliata si è resa necessaria proprio per la constatazione che, nonostante tutto, un precorso di crescita, indispensabile per i miei obiettivi, non era affatto finito. “Ricominciare” con la seconda edizione è stato dunque difficile, ma anche di grande soddisfazione per la presa d’atto, non scontata, che avevo ancora diverse cose da dire. Naturalmente a questo si aggiungono tutti gli altri motivi di soddisfazione poco sopra elencati. »